From La Nazione:

UN NOTO medico pisano è finito nei guai in Sardegna. Si tratta del dottor Stefano Barsantini, cinquantaseienne abitante a Marina di Pisa, attualmente consigliere provinciale e vicecapogruppo di Alleanza Nazionale. Il professionista è stato infatti denunciato dai carabinieri di Cabras (in provincia di Oristano) che lo hanno sorpreso in uno dei più celebri i siti archeologici sardi mentre, ‘armato’ di un metal-detector stava raccogliendo alcuni reperti, ovvero monete di epoca romana. Sulla base di questo nei confronti del medico i militai dell’Arma lo hanno denunciato per «impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato», ovvero di di reperti archeologici, secondo quanto previsto dall’articolo 176 del Codice dei Beni Culturali, ovvero la cosiddetta ‘Codice Urbani’. Sull’episodio la Procura della Repubblica di Oristano ha aperto un’inchiesta. Il dottor Barsantini rischia una condanna penale fino a tre anni e una multa da 31 a 516,50 euro.

L’ASSALTO ai tesori nascosti di Tharros era stato ben organizzato e un gruppo di turisti toscani era arrivato in Sardegna con tanto di metal-detector. La ricerca di reperti archeologici nella collina di San Giovanni di Sinis non è però passata inosservata e così il noto medico pisano è stato bloccato e denunciato dai carabinieri. Qualcuno che passeggiava tra San Giovanni e Capo San Marco ha notato il gruppetto impegnato nella caccia di reperti ancora sotterrati e si è subito preoccupato. Immediatamente è partita la chiamata ai carabinieri di Cabras e una pattuglia è arrivata a Tharros e ha fermato i quattro tombaroli. Scoprendo che il dottor Barsantini era già riuscito a recuperare alcune monetine di epoca romana, individuate in mezzo alla macchia mediterranea grazie al supporto tecnico del metal-detector. Secondo gli accertamenti dei carabinieri il gruppo di turisti con la passione per l’archeologia aveva già ispezionato un’area abbastanza vasta sulle colline tra i resti di Tharros e la zona di Capo San Marco. Nei confronti del medico è quindi scattata una denuncia per ricerche archeologiche clandestine e le monete romane che custodiva nel marsupio sono state ovviamente sequestrate. Così come il metal-detector. I militari hanno immediatamente disposto anche una perquisizione nell’abitazione del professionista, ma i controlli non hanno permesso di recuperare altri reperti.

THARROS è un sito archeologico che si trova nella propaggine sud della penisola del Sinis. Le ricerche archeologiche fatte nell’area hanno stabilito che nell’VIII secolo a.C. la città fu fondata dai Fenici. L’assalto dei tombaroli nelle aree archeologiche del Sinis ha fatto sparire nel giro di mezzo secolo gran parte dei tesori fenici, punici e romani rimasti nascosti per secoli e secoli. Pezzi di grandissimo valore sono stati trafugati e rivenduti sul mercato clandestino a prezzi da capogiro e purtroppo solo in pochi casi i predatori della storia sono stati colti sul fatto. Anche se è vero che numerose indagini hanno consentito di recuperare oggetti di grande valore che stavano per essere fatti sparire.