Somewhat vague item from the International Herald Tribune:

Italy's Culture Ministry says France has handed over 50 pieces of pottery dating back to as far as the fourth century B.C. that were looted from southern Italy.

The earthenware includes Greek-styled vases, wine cups and plates. They were seized in 2000 by French customs police from an Italian trying to cross the Spanish border with the treasures hidden in his car.

French Budget Minister Eric Woerth handed over the artifacts to Italian authorities in Paris on Friday. The artifacts are believed to have been secretly excavated in the southern Puglia region and are likely to go to museums there.

Italy has recently stepped up its fight against antiquities trafficking.


I can't tell if this item from Notizie Online (which has much more detail) is referring to the same thing:

Reperti delle zone archeologiche di Timmari (Matera) e di Gravina sono stati scoperti e recuperati in Francia dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale in un'indagine durata tre anni. Erano esposti anche nelle vetrine di importanti gallerie d'arte a Parigi, lungo la Senna, ma in realta' quei preziosi reperti apuli e lucani erano stati illecitamente sottratti ed esportati Oltralpe. Ora tornano in Italia grazie alle indagini condotte insieme dall'Arma con i colleghi francesi dell'Ocbc - Office Central de lutte contre le trafic des Biens Culturels, in collaborazione con l'Office Central de Répression de la Grande Délinquance Financiére e il servizio Interpol Italia.

L'attivita' di indagine, svolta nell'ambito della rogatoria internazionale disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari ha portato all'identificazione sia delle persone dedite al reperimento in Italia e all'illecita esportazione in Francia dei beni archeologici sia dei mercanti che a Parigi si occupavano della vendita dei reperti presso note e stimate gallerie d'arte.

L'inchiesta francese e' scaturita dalla presentazione, nel 2005, del catalogo d'asta del Crédit Municipal (ente statale corrispondente al banco dei pegni), sul quale erano riprodotti dei reperti archeologici provenienti da Puglia e Basilicata, falsamente presentati come pezzi di una collezione familiare, venduti per 2.000.000 di euro.

Il traffico verso la Francia era promosso in Italia da due cittadini italo-francesi sui quali erano in corso indagini autonome da parte del nucleo Tpc di Bari. La collaborazione dei due organismi speciali di polizia giudiziaria e lo scambio info-operativo ha permesso di acquisire una serie di elementi utili alle indagini. Le perquisizioni, eseguite contemporaneamente a Parigi, Digione e Nizza dai servizi centrali francesi, supportati dai Carabinieri del Tpc, hanno portato al sequestro di beni per un valore commerciale complessivo di 2.000.000 di euro.

Si tratta di dodici crateri apuli a figure rosse, un'anfora apula e un'idra etrusca, un epichysis e un kantharos, trenta frammenti di cratere e cinque frammenti di una ceramica del pittore di Polignoto, nove tra ciotole e coppe, una kyathos a vernice nera e sedici monete di epoca imperiale. Altri beni archeologici italiani sono stati individuati e sono in corso ulteriori attivita' finalizzate al recupero degli stessi al patrimonio dello Stato e all'esame della copiosa documentazione acquisita.

Il traffico individuato e' uno dei principali filoni di commercializzazione illecita all'estero dei reperti archeologici italiani. Attivo da almeno 15 anni, prevedeva l'esportazione dei beni archeologici italiani, in numero variabile da 1 a 5 pezzi, almeno due volte l'anno. Si stima che l'operazione eseguita, per numero di reperti commercializzati e per il livello qualitativo degli stessi, sia uno tra i piu' importanti successi operativi nel settore dell'archeologia.