... and this one includes the recovery of a piece of the Forma Urbis ... from Il Messaggero:

Un frammento settecentesco della "Forma Urbis" di Settimio Severo, grande pianta di Roma antica, incisa su lastre di marmo, è stato recuperato dai carabinieri del comando Tutela patrimonio ambientale al termine di un'operazione che porta il nome proprio del prezioso ritrovamento archeologico. La riproduzione è stata sequestrata insieme con altri reperti di vario genere (in tutto 618) che i militari hanno trovato a conclusione dell'indagine partita nel novembre scorso. Un'attività investigativa che ha portato alla denuncia di sei persone per ricettazione e commercio illegale di materiale archeologico.

Un "bottino" da un milione di euro. Anfore, un cippo funerario di epoca imperiale, una lastra di marmo, un blocco di travertino di epoca tardo repubblicana, sono tra gli oggetti recuperati, oltre al frammento settecentesco che, secondo quanto ricostruito, è risultato mancante ad un controllo inventariale fatto nel 1998, al momento del trasferimento da Palazzo Braschi al magazzino dell'Antiquarium comunale. Si ipotizza che la porzione sia stata sottratta nel periodo che va tra il 1929-30 e questa data. Un valore complessivo che, per gli investigatori, da una prima stima, si aggira intorno al milione di euro.

La Forma Urbis. Un ritrovamento che ha suscitato grande interesse e soddisfazione da parte degli esperti del settore, come il sovrintendente dei Beni culturali del Comune di Roma, Eugenio La Rocca, e il sovrintendente per i Beni archeologici per il Lazio, Marina Sapelli Ragni. «La pianta della citta antica - ha detto La Rocca - è un elemento essenziale per la conoscenza di Roma antica. Il frammento della Forma Urbis è un nuovo tassello che ci permette di ricostruire la storia di Roma». Secondo Sapelli Ragni questi reperti testimoniano «ancora una volta la ricchezza archeologica del Lazio» e si augura che «per la destinazione finale cercheremo di portarli nei musei civici locali, per il loro arricchimento».
Il fenomeno dei cosiddetti «tombaroli», però, secondo il tenente colonnello Mancino «è in calo rispetto al passato. E' un fenomeno in diminuzione grazie alla costante attività di controllo, ma anche perché c'è una minore richiesta sul mercato».