First, from Cultural News, comes word of the discovery of a wooden throne at Herculaneum:

Il reperto, è stato rinvenuto dieci giorni fa a un centinaio di metri dalla Villa dei Papiri, in prossimità del tunnel che mette in comunicazione gli scavi degli anni ’30 e gli altri in prossimità della Villa. Il manufatto era inglobato in un blocco di cinerite dell’eruzione vesuviana del 79 d.C. e a prima vista si presentava ridotto a pezzi, almeno nelle parti che si riuscivano a intravedere. Secondo le indiscrezioni, si tratta di un solium, un trono, utilizzato sia nell’antica Grecia che in epoca romana da re e imperatori. Le misure del soglio non dovrebbero differire molto da quelle di una moderna sedia dotata di braccioli e spalliera. Per impreziosirlo, poi, i maestri artigiani usarono guarnizioni in avorio. Non è escluso che nascoste dalla cenere ci siano anche applique in argento e oro. L’intero blocco è stato portato in restauro e adesso se ne attende la pulitura e la ricostruzione. Alcuni elementi saranno presentati martedì 4 dicembre, a Roma, nella ex Chiesa di Santa Marta, dal Soprintendente archeologo Pietro Giovanni Guzzo, dalla direttrice degli scavi di Ercolano, Maria Paola Guidobaldi e dall’archeologo Ernesto De Carolis, tra i maggiori esperti dei mobili rinvenuti nelle dimore ercolanesi. Sugli elementi di avorio, secondo le indiscrezioni dovrebbero essere segnate frasi e vocaboli che saranno tradotte e interpretate dagli esperti di epigrafia non appena completato il restauro del soglio.


Ponente Notizie tells of five Iron Age burials in Liguria:

Ancora un’eccezionale ritrovamento archeologico. Nei lavori di scavo per l’arginamento del Centa, all’altezza della deviazione dell’Aurelia, sono state trovate cinque tombe appartenenti all’'età del ferro', risalenti a quasi tremila anni or sono.
Il sovrintendente archeologico della Liguria, Bruno Massabò, ha provveduto a rilevare gli importanti ritrovamenti, in cui è stato recuperato un 'rasoio semilunato', preziosa testimonianza di uno dei primi strumenti in metallo (VII secolo a.C.).
"Si tratta delle tracce di un villaggio dell’età del ferro che senz’altro è coevo di altri reperti sepolti dalle vicende geologiche del terreno in quella zona. Il ritrovamento è avvenuto con gli scavi per il posizionamento di strutture d’argine a sei metri sotto il piano di campagna, prossimo alla strada che lungo il fiume collega il Ponte Rosso ed i recenti scavi di San Clemente con il campo sportivo di Lusignano. Con una campagna di scavi mirata c’è un’alta probabilità di acquisire altri reperti che ci possono fornire informazioni preziose sulla gente ingauna, ovvero i nostri antenati in età preromana".
La notizia è stata comunicata al sindaco, Antonella Tabbò. Ha detto Tabbò: "Il nostro patrimonio archeologico si arricchisce di altre testimonianza che potrebbero venire congiunte con quelle del neolitico, scoperte nelle grotte del Pennavaire dall’Anfossi. Albenga dispone di un potenziale che si stanno sempre più arricchendo. Sarà la fortuna della città nel prossimo futuro".
L’abbassamento delle sepolture è avvenuto sia per il deposito del materiale lapideo trasportato nei secoli dal fiume, sia per fenomeni di subsidenza. Le tombe potranno essere 'spettacolarizzate' in esposizioni museali con riproduzioni in plastici.
Il 'rasoio' recuperato ha una lama a forma di mezzaluna che in qualche modo ricorda la forma del coltello, usato ancora recentemente, che in dialetto è ancora conosciuto come 'pue(r)ìn'. In qualche modo potrebbe essere messo in connessione con oggetti similari appartenenti alla civiltà etrusca che ebbe influenza nel Ponente.
Ci vorrà ora un periodo di 'erudizione' durante il quale Massabò e i tecnici approfondiranno lo studio delle tombe, degli scheletri e degli attrezzi. Ne sapremo un po’ di più su come eravamo ai tempi in cui Albingaunum era alleata agli avversari di Roma. Naturalmente saranno necessari fondi per aprire una campagna di scavi. Aggiunge Massabò: "Negli ultimi dieci anni Albenga è divenuta una vera e propria 'work in progress' per quanto riguarda la lettura del nostro passato. Questi ritrovamenti potranno trovare adeguato sfruttamento spettacolare, con una forte ricaduta di tipo commerciale grazie al turismo".
In effetti, dieci anni fa fu rinvenuto, in una tomba al Pontelungo, il 'Piatto blu', definito 'il piatto in vetro antico più bello del mondo', che dovrebbe essere esposto a palazzo Oddo per Pasqua.