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Un antichissimo mosaico di origini romane con un singolare motivo del decoro è tornato alla luce nel centro storico di Arezzo. Il ritrovamento archeologico risale ad alcuni giorni fa ed è avvenuto casualmente grazie ai lavori di ristrutturazione del settecentesco Palazzo Lambardi che lo ha custodito intatto per circa 1.800 anni. Straordinarie sono le dimensioni del reperto risalente, secondo i primi rilievi, al II secolo d. C.: circa 180 infatti sono i metri quadrati di superficie che conservano un’opera archeologica pare senza nessun altro confronto, per bellezza.
Animali terrestri e acquatici, oche e delfini, sono raffigurati con ottima fattura e colori, sulla pavimentazione del magazzino dell’edificio.Torna alla luce un mosaico romano di eccezionale importanza archeologica
Secondo le prime interpretazioni, in considerazione delle estese dimensioni e del motivo del decoro, il mosaico potrebbe essere stato la pavimentazione di un’area termale o i “balnea” di una grande “domus” romana.
Per il momento proseguono i delicati scavi per riportare alla luce una traccia antichissima di storia.
Sembra che a fine Ottocento l’archeologo Gianfrancesco Gamurrini aveva ipotizzato, in un antico documento di cui erano state perse le tracce, la presenza del reperto; oggi il mosaico è finalmente tornato alla luce all’interno di un palazzo con una facciata monotona, sulla quale spicca una bellissima ringhiera in ferro battuto realizzata nel 1759 ma che mai avrebbe fatto immaginare di essere custode di un'opera di eccezionale bellezza archeologica.


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