Interesting item from La Gazzetta del Mezzogiorno:

Un piccolo frammento di un vaso greco verniciato di nero con l’«incredibile» raffigurazione, graffita su uno dei lati, del “Capo Iapigio” cosi come lo definivano gli antichi, corrispondente all’attuale Salento meridionale. Per la Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia, si tratta di «una delle scoperte più importanti che siano avvenute in Italia meridionale», anzi: una «scoperta così imprevista e clamorosa da aver fatto dubitare sulla stessa autenticità del reperto». E dal 16 novembre il frammento sarà in mostra a Taranto.
Il rinvenimento è stato fatto il 21 agosto 2003 durante uno degli scavi compiuti a Soleto da Thierry Van Compernolle, che proprio nella città salentina ha condotto scavi dal 1991 al 2005, prima con una missione della Libera università di Bruxelles, poi con una dell’Università Paul-Valery Montpellier III. Nel frammento del vaso, a prima vista del tutto insignificante - rileva la Soprintendenza archeologica - oltre al graffito del “Capo Iapigio” c’è «l’indicazione in alfabeto greco dei nomi, per lo più in forme abbreviate, di 12 città messapiche accanto a quello della colonia greca di Taras: una rappresentazione cartografica che ormai si definisce comunemente a livello internazionale “Mappa di Soleto”». Le incisioni da oltre due anni - sottolinea la Soprintendenza - attirano in modo intenso «l’attenzione del mondo scientifico internazionale».
D’intesa con lo scopritore, la Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia ha deciso quindi di divulgare «l’eccezionale scoperta» realizzando negli spazi rinnovati al piano terra del Museo nazionale di Taranto una specifica mostra dedicata alla “Mappa di Soleto”. Nella mostra - che sarà inaugurata il 16 novembre prossimo - il frammento ceramico iscritto (Ostrakon) rappresenta il punto di arrivo di un percorso che colloca Soleto nella geografia antica del Salento, e la scoperta della “Mappa” sullo sfondo dei rinvenimenti archeologici avvenuti nella città salentina nel corso degli ultimi 20 anni, illustrando inoltre il reperto nei suoi diversi aspetti, in particolare epigrafici e linguistici.